Mantova e l’eredità carolingia
Mantova Carolingia è un’associazione culturale che come indica il suo nome, concentra i suoi interessi in un periodo molto lontano nel tempo. Esattamente in quella porzione di territorio che nella notte di Natale dell’800 d.C. fu attraversata dal corteo reale di Carlo Magno, in viaggio da Acquisgrana verso Roma per ricevere il titolo imperiale da Papa Leone III.
Quest’ avvenimento rese famosa la Via Carolingia, che oltretutto anticipò la costituzione dell’Europa, in quanto tra VIII e IX secolo fu percorsa a più riprese dai sovrani del regno, in visita in Italia.
Attualmente la Via Carolingia, si può percorrere anche in bici ed è una delle attrazioni del Parco del Mincio, che circonda la città di Mantova.
Lungo il percorso ed esattamente presso la chiesa di Santa Maria del Gradaro, affacciata sulle acque del Lago Inferiore, l’associazione la Via Carolingia, ha ricreato un altro tesoro nascosto, ispirato proprio al regno del celebre imperatore.
Si tratta dell’Orto giardino Carolingio.
Questo orto, ideato dall’associazione attinge al Capitulare de Villis, importante scritto emanato verso la fine dell’VIII secolo da Carlo Magno. Questo documento serviva per regolare le attività rurali e commerciali delle aziende agricole presenti sul territorio dell’impero.
Il testo, infatti, indica 73 tipologie di ortaggi e 16 varietà di alberi ,anche da frutto, che l’imperatore voleva fossero coltivati sulle sue terre, come ad esempio meloni, zucche, lattuga, cumino, menta, cavoli, cipolle, carote, mele, nocciole, mandorle, fichi, noci, ciliegie e via dicendo.
Quello che affascina del documento è che è estremamente attuale ed è chiaramente improntato alla tutela della biodiversità.
Dopo aver ottenuto in comodato d’uso del terreno, l’associazione, da un anno a questa parte, si è impegnata a mettere in opera l’orto giardino, che ora comprende un giardino dei fiori, un orto-erbario, un frutteto e un vigneto, piantumato con le specie previste dal capitolare, che si preoccupava di indicare tutte le varietà vegetali necessarie alla quotidianità di una fattoria o di un monastero. Consideriamo che all’epoca erano tra i principali centri di produzione alimentare per le comunità, oltre che custodi dell’arte officinale.
L’associazione si è avvalsa anche dei piani planimetrici degli orti della celebre abbazia benedettina di San Gallo, che portano traccia di come dovevano presentarsi gli spazi coltivati all’interno dei monasteri nell’VIII secolo.
Così, dopo l’ingresso attraverso il giardino dei fiori, si prosegue verso il vigneto sviluppato su un pergolato dove c’è anche la vite ancellotta, considerata antenata del lambrusco, condiviso con rose rampicanti bianche, per arrivare nell’area delle rarità con alberi da frutto antichi, coltivati in parte a spalliera come meli cotogni, peri, nespoli, susini, sorbi, fichi, noccioli, ciliegi, melograni. Non mancano ortaggi e tuberi , quelli conosciuti prima della scoperta dell’America, dalla bieta al sedano, passando per la pastinaca a l’aglio.
Mantova Carolingia vuole consolidare il progetto e trasformarlo in un’attrazione turistica e culturale di richiamo.
In attesa di inaugurarlo ufficialmente nel 2021, periodicamente, Italia Nostra Mantova organizza visite guidate nell’orto, un’esperienza che racchiude tutto il fascino della scoperta di un giardino segreto.
Block Notes
Approfondimenti: Il Gambero Rosso
Salvatore.B.
on28 novembre 2020 at 09:00 says:
Mantova, città da sogno. Peccato che il Lago Inferiore sia stato interrato.